La finalità del progetto “Selvatici e Buoni” è quella di affermare un modello di sviluppo delle aree montane in grado di coniugare esigenze ambientali e socio-economiche attraverso adeguate scelte gestionali.
Sviluppo di percorsi formativi in grado di fornire al cacciatore tutte le informazioni tecniche ed operative in merito al corretto trattamento della carcassa di grossa selvaggina prelevata durante l’attività venatoria.
Cronologia delle principali attività svolte durante la realizzazione del progetto
PRIMA PRESENTAZIONE AGLI STAKEHOLDERS
BERGAMO, 29 MARZO 2017
Le carni di selvaggina fanno parte da sempre delle nostre tradizioni gastronomiche e sono espressione di un prodotto alimentare locale dall'altissima qualità nutrizionale.
ENTI E ASSOCIAZIONI COINVOLTI NEL PROGETTO
Fondazione UNA Onlus in collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano, la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e la consulenza specialistica dello Studio Associato AlpVet ha presentato il progetto scientifico ai possibili stakeholder chiedendo successivamente di aderire con una manifestazione di interesse.
CLUSONE, 22 SETTEMBRE 2017
Avvio ufficiale dell’iniziativa “Selvatici e Buoni” con la conferenza stampa di presentazione del progetto organizzata alle ore 17:00 presso la sala della Comunità Montana Valle Seriana (Clusone, BG) con la presenza di tutti i partner tecnici e scientifici del progetto
Nell'ambito del progetto è stata avviata, in collaborazione con ASCOM Bergamo, la prima edizione di ‘Selvatici e buoni a tavola ...’. Rassegna gastronomica finalizzata ad avvicinare il consumatore ad un utilizzo consapevole delle carni di grossa selvaggina con preparazioni innovative curate dagli Chef dei 4 ristoranti coinvolti nell'iniziativa (novembre 2017).
In occasione delle quattro cene è stato distribuito un pieghevole informativo, stampato in 1.000 copie, sulle proprietà e sui valori delle carni di selvaggina del territorio bergamasco. I temi trattati illustrano il perché la carne di selvaggina sia un scelta buona, sana e sostenibile
Presso i Centri Biometrici dei Comprensori Alpini di Caccia del territorio bergamasco sono stati raccolti campioni biologici dai capi prelevati nella stagione di caccia 2017 per l’esecuzione di analisi sanitarie approfondite.
Dai questionari è emerso che il 68% dei cacciatori cucina direttamente la carne di selvaggina, il 30% delega il compito alla moglie o ad un familiare, mentre il 2% chiede aiuto ad amici esperti.
Il questionario ha inoltre evidenziato l’utilizzo principale della carne di selvaggina per piatti che richiedono lunghe cotture come ragù, spezzatini, brasati e arrosti. Nettamente inferiori le preparazioni con cotture medie, come costate e roast-beef. Infine è risultato quasi assente il consumo a crudo.